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Gli scritti di Marcella Tarozzi mostrano che fra l'essere e il nulla non prevale né l'uno né l'altro. In modo analogo il desiderio e la volontà si contendono l'uso del linguaggio, sempre presente a se stesso. In tale contesto si riconosce l'apporto dell'allegoria da cui emergono i concetti della tradizione filosofica e poetica. Il divenire si allea così col mito per rivolgersi a Sisifo, l'instancabile ribelle, una figura che ci riporta alla condizione umana, chiamata da Marcella Tarozzi "il vivere". Con il vivere entrano in considerazione altri personaggi come il tempo che ha come pendant la temporalità, anch'essa analoga, in quanto struttura, al vivere; un vivere che non si identifica con un vitalismo arrogante ma neanche col quieto vivere in quanto è strettamente legato al divenire. Queste categorie mettono in risalto valori quali la bellezza, l'arte, la musica, concetti che trovano il loro significato nella forma breve del linguaggio la quale non disdegna di prestarsi a giuochi di parole o a ironie ben presenti del lavoro di Marcella Tarozzi.